Come vedono i neonati a un mese

Durante i novi mesi di gravidanza, gli occhi del feto si formano molto presto, ma il bambino non li aprirà prima del settimo mese e, una volta nato, la vista sarà l’ultimo senso a svilupparsi completamente.

Cosa vede il feto quando è nel pancione?

La vista è l’ultimo dei cinque sensi a svilupparsi nel feto: le palpebre, infatti, restano chiuse fino a 26 settimane per consentire lo sviluppo completo della retina. Tuttavia, anche quando le palpebre sono ancora chiuse, il feto riesce a distinguere la luce dal buio, e quando la luce attraversa la parete addominale della mamma, il bambino la percepisce come una tinta rossastra o violacea, soprattutto quando la mamma si trova in un ambiente esterno al sole, o esposta a luci forti. La luce filtrata nella pancia è tutto ciò che il feto riesce a percepire e, a circa 33 settimane di gravidanza, le pupille del feto cominciano a comprimersi o dilatarsi a seconda dell’intensità della luce che percepiscono.

Da quando un neonato inizia a vedere?

Un neonato inizia a vedere sin da subito, da quando nasce. Appena uscito dal pancione, il bimbo percepisce vagamente il mondo: vede, ma non in modo definito. I suoi occhi sono gonfi a causa della pressione creata dal parto, un gonfiore che scompare nel giro di poche ore. Alla nascita, la massima distanza di messa a fuoco è di circa 20-30 cm, quel che basta al neonato per cogliere i lineamenti del viso di chi lo tiene in braccio. Oltre quelle distanze, il neonato riesce a percepire solo forme, movimenti e luci indistinte, e i suoi occhi sono poco coordinati tra loro, spesso vagando verso quelle sagome e incrociandosi.  

Cosa vede un neonato ai primi mesi?

Nel primo mese di vita, il neonato è miope. Gli occhi sono di un colore non ben definito e lo sguardo può sembrare un po’ vacuo. Il bambino è soprattutto attratto dalle fonti luminose, percepisce bene la differenza tra luce e buio, come nel pancione della mamma, e forme e colori forti lo attirano anche se non ne riesce a definire chiaramente i dettagli. Il piccolo impara da subito ad esercitare i muscoli oculari per fissare quello che gli interessa, e ciò che lo colpisce particolarmente, durante le prime settimane di vita, sono i volti: non riesce ancora a concentrarsi, ma focalizza la sua attenzione sul viso di mamma e papà per pochi secondi, individuando capelli, naso, occhi e bocca, e imparando a distinguere le facce l’una dall’altra.

Durante il secondo mese di vita, la vista del neonato migliora, permettendogli di tenere a fuoco entrambi gli occhi e seguire gli oggetti in movimento. Durante il terzo mese, il bambino impara a distinguere i colori e matura una preferenza per i colori brillanti. Ai quattro mesi di vita, il bambino sviluppa il coordinamento mano-occhio, imparando ad afferrare gli oggetti che riesce a individuare. Col passare del tempo, a poco a poco, la sua attenzione sarà sempre più attratta dagli oggetti piccoli e in movimento.

Tra i 6 e gli 8 mesi, il bambino è in grado di vedere perfettamente, con la vista sviluppata come quella di un adulto: la sua attenzione si fissa sugli oggetti più vicini, ma è in grado di individuare e mettere a fuoco anche persone e oggetti lontani. I volti sono sempre i soggetti di maggior interesse, per cui il bambino avrà paura di chi non conosce, dei lineamenti più duri, degli uomini con la barba. Allo stesso tempo, il colore degli occhi diventa più simile a quello finale e definitivo, seppure alcune variazioni siano ancora possibili.

La visione, a questa età, è la maggior fonte di informazione del lattante riguardo a ciò che lo circonda. Fino a circa i 3 mesi di vita utilizza maggiormente la visione periferica poi quella centrale, il che vuol dire che inizialmente vedrà meglio quando guarda i volti o gli oggetti con la "coda dell'occhio", poi progressivamente, a partire dai 2 mesi, migliora la messa a fuoco e comincerà a vedere più nel dettaglio le forme che sono vicine: i volti. I volti umani sono una delle sue cose preferite da guardare, specialmente il proprio (con uno specchio) o quello dei genitori. 

Fin dal primo mese è in grado di seguire un oggetto vicino che gli ruota attorno pur non essendo in grado di afferrarlo. Alla fine dei 3 mesi, può seguire un oggetto in movimento, ed è più interessato alle forme e ai modelli, e può individuare i volti familiari, anche a distanza.

Anche la visione dei colori si sviluppa a questa età, quindi tappezzerie o giocattoli dai colori vivaci aiutano a sviluppare la sua capacità a distinguere i colori. Quelli a pastello tenui sono invece difficili da apprezzare a questa età, per cui serviranno colori vivi per giocattoli e libri.

Riguardo all'udito, il bambino sente i suoni fin dal grembo materno. Il battito cardiaco della mamma, i gorgoglii dell'apparato digerente e i suoni della voce materna e degli altri membri della famiglia. Dopo la nascita, i suoni del mondo esterno arrivano forti e chiari e riconosce perfettamente la voce dei genitori, in particolar modo quella della mamma e, gradualmente, una gran varietà di suoni.

Il bambino ama sentire la sua voce, quindi è importante parlargli e avere una "conversazione": se si sente che “risponde” con un suono, bisogna ripeterlo e aspettare che lui o lei ne faccia un altro. Si sta insegnando al bambino l’uso del tono, del ritmo e della necessità di fare a turno quando si parla con qualcun altro.

Si attiva così un processo di integrazione sensoriale tra ciò che ascolta, quello che vede e le sensazioni che prova attraverso il contatto fisico e l'olfatto. È un processo essenziale per stimolare il desiderio di interagire con ciò che lo circonda.

Oltre alle voci, al bambino di solito piace ascoltare la musica (si può cantargli o suonare) ed è affascinato dai suoni di routine della vita. È bene tenere il bambino vicino alla mamma mentre prepara la cena e farlo sedere in un seggiolino a portata d'orecchio dei fratelli maggiori che ridono e giocano. I sonagli per bambini, le giostrine e i giocattoli musicali sono altri buoni modi per stimolare l'udito del bambino.

A questa età il canale di comunicazione del lattante con chi gli sta attorno non sarà il linguaggio pre-verbale che si limiterà a pochi suoni gutturali, ma corporeo. Il bambino cercherà di interagire con gli adulti attraverso il pianto, il sorriso, la mimica del volto ed i movimenti del corpo, che il genitore dovrà imparare a conoscere per intuirne i bisogni ed attraverso il loro soddisfacimento promuovere lo sviluppo psicomotorio del figlio.

Cosa vedono i neonati a 40 giorni?

Nelle prime settimane di vita la vista non è ancora del tutto formata. Il neonato in questo lasso di tempo si può definire miope: riesce a vedere chiaramente solo quello che è a 20-25 cm di distanza dal suo viso, ma questa situazione pian piano, con il passare dei giorni, migliora.

Quando il neonato inizia a riconoscere la mamma?

Il riconoscimento vero e proprio di mamma e papà avviene però alla fine dei primi 3 mesi. Mentre, intorno al nono mese il neonato è in grado di rendersi conto di essere un piccolo esserino autonomo che riconosce non solo le persone più vicine a lui (mamma, papà e nonni) ma anche gli estranei.

Cosa vedono i neonati quando ridono?

I primi sorrisi appaiono a circa un mese e mezzo e sono per lo più in risposta a stimoli visivi, quali la visione del volto della mamma o del papà. È subito dopo i 2 mesi che il sorriso inizierà ad avere un significato sociale.

Quali sono i mesi più difficili per un neonato?

1 - I PRIMI 40 GIORNI SONO I PIU' DIFFICILI. “Quando il bimbo nasce, i ritmi di vita della mamma (e della famiglia in generale) cambiano radicalmente. Ad esempio, si rivoluziona il ciclo sonno-veglia, considerando che il bimbo dorme ogni tre ore”.